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Abbracciata da moltissime aziende italiane e internazionali, la lotta al divario di genere ha trovato una formalizzazione con il PNRR. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza identifica infatti tra gli interventi necessari al sistema economico italiano la creazione di un “Sistema di certificazione della parità di genere”, intervento che fa capo al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. E da cui ha avuto origine la certificazione della parità di genere.

Cos’è la certificazione della parità di genere

La certificazione della parità di genere è un riconoscimento formale che un’entità esterna conferisce alle aziende che dimostrano di adottare politiche ed pratiche a favore dell’equità di genere. È guidata da criteri rigorosi che valutano non solo la parità salariale tra uomini e donne, ma anche l’accesso equo alle opportunità di carriera, la partecipazione in ruoli decisionali, e la presenza di un ambiente lavorativo rispettoso e inclusivo.

L’importanza di questa certificazione si estende ben oltre il mero adempimento normativo, perché rappresenta un impegno concreto verso la promozione di una cultura aziendale che valorizza e sostiene attivamente la parità di genere. Questo non solo migliora il clima interno ma serve anche come punto di riferimento per clienti, investitori e la comunità in generale. Soggetti che sempre più spesso valutano le aziende anche sulla base del loro impegno sociale.

A cosa serve la certificazione parità di genere

Ottenere la certificazione di genere offre alle aziende diversi vantaggi tangibili. In primo luogo, migliora l’immagine aziendale, conferendo un’immagine di responsabilità sociale che è altamente valorizzata nel mercato moderno. Inoltre, aziende certificate spesso godono di una maggiore fiducia da parte dei consumatori e di un vantaggio competitivo nei confronti di quelle che non dimostrano lo stesso impegno per la parità di genere.

Ma ci sono anche benefici per i lavoratori. La certificazione implica infatti l’implementazione di politiche che garantiscono un trattamento equo per tutti i dipendenti, indipendentemente dal genere. Ciò contribuisce a creare un ambiente di lavoro più equilibrato e motivante, dove i talenti vengono riconosciuti e valorizzati in modo giusto. Questo non solo aumenta la soddisfazione dei dipendenti ma anche la loro produttività.

A livello sociale, le aziende che perseguono e ottengono la certificazione di genere giocano un ruolo chiave nella riduzione delle disparità di genere. Promuovono la sensibilizzazione e l’adozione di pratiche più giuste, influenzando positivamente altre aziende e settori a fare altrettanto. Aspetti che vanno a vantaggio della brand awareness e della corporate image.

Come si ottiene la certificazione della parità di genere

La certificazione viene concessa su richiesta dell’impresa. Per ottenere la certificazione di genere, un’azienda deve soddisfare una serie di criteri stabiliti da organismi certificatori accreditati. Questi criteri valutano diversi aspetti dell’organizzazione, inclusi la parità salariale, l’accesso alle posizioni di leadership, le politiche di assunzione e promozione, e le misure di sostegno come i congedi parentali e le iniziative di formazione sulla diversità.

Chi rilascia la certificazione della parità di genere? Sono autorizzati al rilascio della certificazione solo gli organismi di certificazione accreditati presso Accredia (ai sensi del regolamento CE 765/2008) e che operano nel rispetto della prassi UNI/PdR 125:2022. La certificazione ha validità triennale, ma è soggetta a monitoraggio annuale.

Il processo di certificazione prevede un lavoro attivo da parte dell’impresa che possiamo riassumere in quattro step fondamentali:

  • Analisi interna: l’azienda deve prima condurre un’autovalutazione per identificare le aree di forza e di miglioramento in termini di parità di genere.
  • Produzione della documentazione necessaria: è fondamentale documentare tutte le politiche e le pratiche relative alla parità di genere attualmente in atto.
  • Fase di audit: un organismo di certificazione eseguirà un audit per verificare il rispetto dei criteri richiesti.
  • Implementazione delle modifiche: se necessario, l’azienda dovrà implementare modifiche per rispondere ai feedback ricevuti durante l’audit.

La prassi UNI/PdR 125:2022 stabilisce criteri, prescrizioni tecniche ed altri elementi funzionali alla certificazione della parità di genere nelle imprese. Tra questi ci sono degli specifici KPI e 6 aree di valutazione:

  • Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro;
  • Cultura e strategia;
  • Equità remunerativa per genere;
  • Governance;
  • Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda;
  • Processi Human Resources.

La certificazione di genere rappresenta non solo un traguardo significativo per le aziende che mirano a promuovere un ambiente di lavoro equo e inclusivo, ma anche un percorso di cambiamento dell’azienda attraverso l’adozione di politiche che favoriscono la parità di genere.


Martina Moretti

Martina è la copywriter e content writer specializzata nel settore finance che cura il blog di Golden Group.
Il suo percorso nel digital marketing inizia nel 2015, quando si confronta per la prima volta con la scrittura e con i temi del mondo finance. Da allora è verticale sui testi SEO oriented.
Sempre in cerca di sfide, ha scritto per progetti di grandi e piccole dimensioni affrontando le molte declinazioni del mondo del credito e della finanza, tra cui prestiti personali, mutui, risparmio gestito, ETF, trading, fondi di investimento, contributi a fondo perduto, bandi europei.

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