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Da marzo 2020 ne sono stati fatti di passi in avanti per rispondere colpo dopo colpo all’avanzare delle pandemia. Dall’inizio dello scorso mese il Centro per l’Imprenditorialità, le PMI, le Regioni e le Città (CFE) dell’OCSE ha effettuato una raccolta organica delle politiche nazionali a favore delle PMI nel contesto della pandemia da COVID-19

RISPOSTE DI POLICY A FAVORE DELLE PMI NEL CONTESTO DELLA PANDEMIA COVID-19: IL CASO DELLE REGIONI ITALIANE AGGIORNATO IL 01 APRILE 2020

Potrebbero essere interessate dai contraccolpi economici derivanti dall’attuale pandemia di coronavirus. Il rapporto raccoglie anche le prime evidenze o stime sull’impatto della crisi e fornisce un inventario preliminare delle risposte date dai diversi Paesi per favorire la resilienza delle PMI. Dato il contesto in rapida evoluzione, la panoramica delle misure è per sua natura non del tutto esaustiva e comprende in alcuni casi interventi previsti ma ancora in corso di attuazione, o solo annunciati pubblicamente. Sarà quindi aggiornata periodicamente13.

  • L’attenzione verso le PMI è giustificata dal fatto che in tutti i paesi dell’OCSE esse rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese, del valore aggiunto e dell’occupazione14. In alcune Regioni e settori che sono stati particolarmente colpiti dalla crisi la prevalenza delle PMI è ancora più elevata. Rispetto alle imprese più grandi, le PMI possono presentare un minore livello di resistenza e flessibilità nel sostenere i costi che shock di questo tipo comportano. Inoltre, date le più limitate risorse delle PMI e gli ostacoli all’accesso al capitale, la durata del periodo per cui le PMI possono sopravvivere agli shock può essere più breve rispetto ad imprese di maggiori dimensioni. Come segnalato dall’ultimo Interim Outlook dell’OCSE, vi è il rischio che molte imprese, in particolare le PMI, possano fallire mentre vigono le misure di contenimento15.
  1. L’importanza relativa delle PMI è ancora maggiore in Italia, dove esse generano il 66,9% del valore aggiunto complessivo del comparto non finanziario, superando la media UE che si attesta al 56,4%. Anche la quota di occupazione generata dalle PMI è maggiore, pari al 78,1%, rispetto alla media UE del 66,6%. Particolarmente importanti sono le micro-imprese, che forniscono il 44,9% dell’occupazione rispetto alla media UE del 29,7. L’analisi delle politiche adottate dal Governo e dalle Regioni dovrebbe tenere conto dell’accentuata preminenza delle PMI nel tessuto produttivo italiano.
  2. Il 16 marzo il Governo italiano ha annunciato i dettagli di un pacchetto di interventi da EUR 25 miliardi (1,4% del PIL). Il decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 (cd. “Cura Italia”), entrato in vigore lo stesso giorno, consiste in un ampio (127 articoli) pacchetto di misure volte a rafforzare il sistema sanitario e a fornire sostegno economico alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese17. Si fornisce qui di seguito una panoramica delle misure rivolte ai lavoratori dipendenti e autonomi:
  • I genitori con figli di età inferiore ai 12 anni, che lavorano nel settore privato o come lavoratori autonomi, possono beneficiare di un congedo parentale per un periodo continuo o frazionato fino a 15 giorni, percependo un’indennità pari al 50% del loro stipendio. Il limite di età non si applica nel caso di figli con disabilità;
  • Inoltre, i genitori che lavorano nel settore privato e hanno figli tra i 12 e i 16 anni hanno diritto a un congedo non retribuito durante il periodo di chiusura delle scuole, con divieto di licenziamento per i datori e diritto al mantenimento del posto di lavoro;
  • In alternativa al congedo, i genitori possono optare per un voucher da EUR 600 (EUR 1 000 se lavorano nel settore sanitario) per le spese sostenute per retribuire un/a babysitter;
  • Rinvio del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori domestici;
  • Erogazione di un bonus dal valore di EUR 100 esente da imposte per i dipendenti che continuano a lavorare sul posto di lavoro nel marzo 2020, a condizione che il loro reddito annuo sia inferiore a EUR 40 000;
  • Sospensione temporanea dei pagamenti dei mutui per l’acquisto della prima casa, compresi i lavoratori autonomi che hanno perso più di un terzo del loro fatturato nell’ultimo trimestre;
  • Viene istituito un fondo per il sostegno al reddito di ultima istanza (stanziamento di EUR 300 milioni per il 2020) per i lavoratori dipendenti e autonomi che hanno cessato, ridotto o sospeso il loro rapporto di lavoro o la loro attività a causa della pandemia;
  • I lavoratori autonomi (dai liberi professionisti ai collaboratori continuativi) riceveranno un’indennità una tantum, esente da imposte, di EUR 600 per marzo 2020;

CORONAVIRUS (COVID-19): RISPOSTE DI POLICY PER LE PMI. UN CASO DI STUDIO: LE REGIONI ITALIANE AGGIORNATO IL 1 APRILE 2020

  • Lo stesso tipo di beneficio sarà fornito ai lavoratori stagionali e a quelli che operano nei settori più colpiti, come il turismo, l’agricoltura e l’intrattenimento;
  • I termini per la presentazione delle domande per ottenere il sussidio di disoccupazione sono stati estesi per facilitare i dipendenti e i collaboratori continuativi che hanno perso il lavoro. Disposizioni speciali si applicano ai lavoratori del settore agricolo;
  • I lavoratori autonomi, i liberi professionisti e le imprese con un fatturato inferiore a EUR 2 milioni possono differire il pagamento delle imposte, compresa l’IVA annuale/mensile e i contributi previdenziali e assicurativi. I pagamenti sono rinviati al 31 maggio e possono essere effettuati in un’unica soluzione o in un massimo di 5 rate mensili;

4. Un secondo gruppo di misure previste dal pacchetto del 17 marzo mira a sostenere le imprese. Nella maggior parte dei casi, si rivolgono specificamente alle PMI:

  • Le micro-imprese e le PMI di ogni tipo, compresi i liberi professionisti e le imprese individuali, possono beneficiare di una moratoria su un volume totale di prestiti stimato in circa EUR 220 miliardi. Le linee di credito per spese correnti, i finanziamenti per anticipi sui titoli di credito, le scadenze dei prestiti a breve termine e le rate dei prestiti in scadenza sono congelati fino al 30 settembre. Una parte di questi è costituita da somme già erogate che avrebbero dovuto essere rimborsate, rappresentando in pratica un nuovo prestito dalla banca fino al 30 settembre, mentre l’altra parte è costituita da nuovi finanziamenti che la società può ottenere utilizzando la linea di credito che viene congelata. Le banche o altri istituti di credito possono attivare una garanzia pubblica a copertura del 33% dell’importo prestato;
  • Aumento di EUR 1,5 miliardi dello stanziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI (il principale strumento nazionale di garanzia del credito), anche ai fini della rinegoziazione dei prestiti esistenti. Sommando i prestiti esistenti e quelli nuovi, l’obiettivo è quello di consentire alle imprese di ottenere garanzie per oltre EUR 100 miliardi di finanziamenti complessivi dal Fondo Centrale di Garanzia;
  • Oltre ad aumentare la dotazione finanziaria del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, le norme standard sul funzionamento del Fondo sono state temporaneamente modificate come segue:

o I massimali per le garanzie da fornire per una singola società sono stati innalzati da 2,5 milioni a EUR 5 milioni;

o Le garanzie sono fornite gratuitamente, le commissioni altrimenti dovute al Fondo sono sospese;

o Le operazioni di rinegoziazione del debito sono ammissibili alla garanzia pubblica;

o Estensione automatica della garanzia in caso di moratoria o sospensione dei finanziamenti a causa dell’emergenza coronavirus;

o Estensione a soggetti privati della facoltà di contribuire ad aumentare la dotazione del Fondo (precedentemente limitata a banche, Regioni ed altri enti pubblici);

  • Incentivo per le imprese finanziarie e industriali a vendere i loro crediti incagliati o deteriorati mediante la conversione delle loro attività fiscali differite in crediti di imposta. L’intervento libera nuove risorse liquide per le imprese e consente alle banche di dare nuovo credito, consentendo nuova finanza bancaria per le imprese fino a 10 miliardi;
  • Stanziamento da EUR 200 milioni per misure a sostegno delle compagnie aeree in difficoltà, Alitalia e Air Italy;
  • I licenziamenti per “giustificati motivi oggettivi” sono vietati per i prossimi 2 mesi;
  • I fondi per la cassa integrazione sono stati incrementati di EUR 5 miliardi per fornire 9 settimane di stipendio ai lavoratori non coperti dagli attuali ammortizzatori sociali. Le procedure amministrative connesse sono state semplificate e vedono un coinvolgimento direttore delle

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Regioni, che sono chiamate a stipulare accordi istituzionali con le parti sociali ai fini dell’utilizzo della quota parte della dotazione finanziaria complessiva stabilita dal decreto.

5. Pur accogliendo positivamente il decreto Cura Italia, Confindustria, la principale associazione di rappresentanza imprenditoriale a livello nazionale, ha pubblicato il 20 marzo 2020 la nota “Affrontiamo l’emergenza per la tutela del lavoro – Proposte per una reazione immediata”, recante un pacchetto di proposte integrative tra cui modifiche al contesto regolatorio europeo e nazionale e interventi urgenti per il sostegno finanziario di tutte le imprese18.

6. Il 22 marzo 2020 un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha stabilito la chiusura delle attività produttive non essenziali o strategiche, garantendo l’apertura di alimentari, farmacie, negozi di generi di prima necessità e il mantenimento dei servizi essenziali. Il 25 marzo sono state apportate delle modifiche al precedente decreto al fine di dare ulteriori specificazioni in merito a quali attività si qualifichino come non essenziali19.

7. Il quadro sopra esposto si evolverà ulteriormente nei prossimi giorni. Attualmente è in fase di discussione un nuovo decreto, che includerà forme rafforzate di indennizzo per i lavoratori autonomi e le partite IVA nonché nuovi stanziamenti per garantire la liquidità delle imprese20. Nel frattempo, nel tentativo di fornire una panoramica completa, è necessario esaminare le politiche regionali. Nell’assetto italiano, le Regioni ricoprono un ruolo importante in materia di sviluppo economico e politiche per le PMI. In tal modo è possibile ottenere una prospettiva completa sulle misure per le PMI adottate a tutti i livelli di governance, al di là del governo centrale.

FONTI

  • Dal lavoro di Centro OCSE di Trento per lo Sviluppo Locale, parte del Centro per l’Imprenditorialità, le PMI, le Regioni e le Città (CFE) dell’OCSE.
  • www.oecd.org/coronavirus
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