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MISE: IL PIANO IMPRESA 4.0 PLUS

A settembre sarà presentato il Piano Rilancio su cui stanno attualmente lavorando Mise e parti economico sociali. Tre le riforme contenute nel piano è prevista una proroga e potenziamento del Piano Transizione 4.0 e l’introduzione di un inedito “Piano Impresa 4.0 Plus” dedicato alle tecnologie di frontiera.

Il Recovery Fund europeo Next Generation EU sarà probabilmente attiveranno con ogni probabilità le risorse necessarie all’attivazione degli interventi. Le misure saranno contenute nella prossima legge di bilancio.

A oggi è possibile delineare le possibili connotazioni del piano del Mise. Se su proroga e potenziamento del Piano Transizione 4.0 le idee del Mise si stanno delineando (triennalizzazione degli incentivi e aumento di aliquote e tetti di spesa degli investimenti in beni materiali e immateriali oltre che su attività di Ricerca & Sviluppo e innovazione), finora non era affatto chiaro come sarà composto il Piano Impresa 4.o Plus. Oggi abbiamo qualche dettaglio in più:

“Prevediamo dal 2021 un rafforzamento del 4.0 con il Piano Impresa 4.0 Plus, per il quale stiamo pensando a due elementi (…) Al di là di tutte le agevolazioni e degli incentivi fiscali su chi fa innovazione più tradizionale, il Piano Impresa 4.0 Plus sarà rivolto a chi utilizza tecnologie di frontiera come l’Intelligenza Artificiale, il Quantum Computing, la Blockchain (tecnologie a oggi non ancora completamente mature) e le applicherà per ottenere degli obiettivi che riguardano ad esempio la sicurezza sul lavoro (affrontare il tema del distanziamento sociale nelle linee produttive), la transizione verdeo chi si concentrerà non nell’innovazione dei processi ma nell’innovazione dei prodotti.”

Queste le parole del Ministro Patuanelli nel corso di un incontro con i giovani della startup politica Yezers. L’incentivo infatti sarà infatti dedicato a investimenti su “tecnologie” e “obiettivi”.

I progetti di trasformazione dei processi aziendali sono infatti già incentivati dal credito d’imposta maggiorato dal 6% al 10% per l’innovazione digitale 4.0. Questi lavori devono appunto avvenire attraverso l’integrazione e l’interconnessione dei fattori, e tra gli obiettivi di innovazione digitale 4.0 ammissibili (chiariti dal recente decreto attuativo del Mise) figura, a titolo d’esempio, anche “l’introduzione di soluzioni specifiche di blockchain, cybersecurity, edge e cloud computing, a potenziamento e arricchimento e per garantire la sicurezza delle soluzioni descritte nei punti precedenti”.

E PER CHI TORNA A PRODURRE NEL NOSTRO PAESE?

Il ministro ha ricordato un’ipotesi da lui stesso già annunciata per ridurre il cuneo fiscale delle imprese sul costo del lavoro: legare al reshoring (il rientro in Italia di aziende dall’estero) appunto una defiscalizzazione del costo del lavoro. Sempre sullo stesso argomento il Ministro del Mise aveva già avanzato un’altra ipotesi: l’iperammortamento sui beni delle aziende che riportano la produzione in Italia.

“Spesso paghiamo il dumping salariale rispetto alle produzioni negli altri Paesi: le multinazionali spostano le produzioni all’estero perché trovano un costo del lavoro molto inferiore al nostro”, ha proseguito il Ministro. “Vogliamo affrontare questo problema con delle politiche di reshoring: la defiscalizzazione del costo del lavoro per chi riporta nel nostro Paese produzioni delocalizzate. Dobbiamo però fare attenzione a non creare l’effetto opposto: l’impresa che ha mantenuto la produzione in Italia potrebbe lamentare di non avere nessun vantaggio. Potrebbe essere una disimmetria di concorrenza che dobbiamo evitare. Stiamo affrontando l’argomento ma vogliamo farlo con le pinze perché è molto delicato”.

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