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Il credito d’imposta formazione 4.0 è un incentivo fiscale messo a disposizione dal Governo per consentire alle imprese, in particolare a quelle operanti nel settore manifatturiero, di investire nella formazione dei propri dipendenti. L’obiettivo dell’agevolazione è sostenere la trasformazione digitale del tessuto produttivo italiano attraverso lo sviluppo delle competenze digitali e tecnologiche della risorsa primaria di ogni impresa: le persone.

Credito d’imposta formazione 4.0 e Piano Transizione 4.0

Attualmente, il credito d’imposta formazione 4.0 non rientra tra le misure del piano Transizione 4.0 prorogate al 2023. Tuttavia, per le imprese che hanno sostenuto spese nel 2022, sono necessari alcuni accorgimenti in base alle nuove regole stabilite dal Decreto Aiuti. In sintesi, sono state modificate le aliquote agevolative previste per le imprese e variano in base alla qualità e alla certificazione della formazione offerta.

Il Decreto Aiuti è intervenuto sulla disciplina agevolativa con due disposizioni di impatto antitetico, che hanno comportato una riduzione delle aliquote agevolative per le imprese che non hanno seguito le disposizioni previste per la formazione.

Modalità di calcolo del credito d’imposta formazione 4.0

L’Agenzia delle Entrate ha fornito le modalità per calcolare il credito d’imposta formazione 4.0 maturato nel periodo d’imposta 2022. In assenza di chiarimenti ulteriori, si applicano le aliquote del 2021 per i progetti formativi avviati entro il 17 maggio 2022, mentre per i progetti formativi avviati dal 18 maggio 2022 si applicano le aliquote depotenziate.

Per i progetti di formazione avviati entro il 17 maggio 2022, le aliquote applicabili sono 50% per le piccole imprese, 40% per le medie imprese e 30% per le grandi imprese. Mentre per i progetti avviati dal 18 maggio 2022 in poi, le aliquote applicabili sono 40% per le piccole imprese, 35% per le medie imprese e 30% per le grandi imprese. In entrambi i casi, le attività formative rivolte a lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati possono beneficiare di un’agevolazione del 60%.

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