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Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e women new deal.

La regione Emilia Romagna mette a disposizione 30mila euro di contributi a fondo perduto per ciascuna impresa “rosa” nascente.

Afferma Lori: “Progetto-pilota per il contrasto a disuguaglianze e discriminazioni nel mercato del lavoro”. Un milione di euro è la dotazione di partenza per le imprese che accettano la sfida dello sviluppo e dell’innovazione e puntano sull’imprenditoria femminile.

Nasce con questo obiettivo il “Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e women new deal”, attivato dalla Giunta regionale. L’idea di base è quella di incoraggiare l’avvio, la crescita e il consolidamento di attività imprenditoriali a conduzione femminile, con la maggioranza dei soci donne e professioniste.

È questo uno strumento finanziario importante che si rivolge espressamente all’universo delle imprese e delle professioni al femminile, per sostenere con contributi a fondo perduto (fino a un massimo di 30mila euro) le micro e piccole imprese, anche in forma associata, e le singole partite Iva operanti sul territorio dell’Emilia Romagna da non più di cinque anni.

Il mondo dell’imprenditorialità femminile ha pagato, ad oggi, uno dei prezzi più alti ai contraccolpi economico-sociali derivati dalla pandemia da Covid-19.

Tale fondo, che potrà essere sostenuto con ulteriori risorse finanziarie, sarà affidato ad Artigiancredito.

Chi sono i beneficiari del contributo per l’imprenditoria femminile?

Le micro e piccole imprese singole o associate (compresi consorzi, società consortili e cooperative) oppure le professioniste con partita Iva con sede legale e/o operativa in Emilia-Romagna che alla data di presentazione della domanda abbiano iniziato l’attività da non più di cinque anni e siano regolarmente iscritte all’apposito registro presso la Camera di commercio competente per territorio.

Per essere classificate come imprese femminili, le società cooperative e di persone dovranno avere come soci almeno il 60% di donne. Nel caso delle società di capitali dovranno essere intestate alle donne imprenditrici almeno i due terzi delle quote di partecipazione; la stessa percentuale minima richiesta per la composizione degli organi di amministrazione.

Quali sono i progetti finanziabili tramite il contributo per l’imprenditoria femminile?

I progetti finanziabili racchiudono gli investimenti necessari alle fasi di avvio, sviluppo e consolidamento dell’impresa, nonchè alla messa sul mercato di prodotti e servizi. All’interno delle spese ammissibili figurano quelle per ristrutturazioni edilizie, acquisto di macchinari, hardware e software, arredi, brevetti, iniziative promozionali, partecipazione a fiere ed eventi, consulenze specialistiche e spese per formazione.

L’aiuto regionale a fondo perduto non dovrà superare il 40% dei costi ammessi e, inoltre, i progetti dovranno prevedere un costo totale ammissibile non inferiore a 8.000 euro.

Per la fase di attivazione del fondo, è riservato un plafond minimo di 50.000 euro a disposizione di ogni provincia.

Quali sono i criteri di valutazione dei progetti che partecipano al fondo per l’imprenditoria femminile?

Tra i criteri su cui saranno valutati i progetti ritroviamo:

  • Le ricadute positive in termini occupazionali;
  • La rilevanza della componente femminile e giovanile in termini di partecipazione societaria e/o finanziaria al capitale sociale;
  • La valorizzazione dei mestieri della tradizione (sartoria, artigianato, ecc.);
  • La conciliazione dei tempi di vita e lavoro e la condivisione delle responsabilità di cura famigliari;
  • Lo sviluppo dei percorsi di inclusione sociale e lavorativa di donne a rischio di fragilità sociale (ad esempio vittime di violenza di genere);
  • L’innovazione dei progetti.

Le domande di aiuto vanno presentate secondo le modalità stabilite dalle finestre di ammissione ai fondi Starter e Microcredito.

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