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Con una direttiva del Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli sono stati ripartiti i fondi stanziati dal Decreto Cura Italia per i Contratti di Sviluppo. In particolare, si stabilisce che le risorse (pari a 600 milioni di euro, di cui 200 milioni erano già stati stanziati con l’ultima Legge di Bilancio) saranno destinate al finanziamento di programmi strategici e innovativi sul territorio dedicati allo sviluppo della green economy e del settore biomedico e della telemedicina, con priorità agli investimenti per la produzione di dispositivi sanitari e di materiale biomedica funzionali a fronteggiare l’emergenza causata dal Covid-19. Vengono inoltre rifinanziate le domande già presentate.

Nello specifico le risorse per i Contratti di Sviluppo e per gli Accordi di Programma (gestiti da Invitalia), sono così divise:

  • 200 milioni di euro per le nuove domande relative allo sviluppo del settore biomedicale e della telemedicina, con particolare riferimento a quelle connesse al rafforzamento del sistema nazionale di produzione di apparecchiature e dispositivi medicali, nonché tecnologie e servizi finalizzati alla prevenzione delle emergenze sanitarie
  • 100 milioni di euro per le nuove domande relative allo sviluppo della green economy, alla tutela ambientale o con rilevante impatto ambientale attinenti alla trasformazione tecnologica di prodotti e processi produttivi in ottica di sostenibilità ambientale e di economia circolare
  • 300 milioni di euro per le domande presentate a Invitalia precedentemente all’emanazione della direttiva

Per quanto riguarda la biomedicina e la telemedicina, il Ministero dello Sviluppo Economico autorizza Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, ndr) a considerare questi settori in via prioritaria nell’assegnazione delle agevolazioni, in quanto “funzionali anche a supportare la ripresa economica e sociale del nostro Paese”.

Come funzionano i Contratti di Sviluppo

I Contratti di Sviluppo, operativi dal 2011, sostengono i programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni (inclusi programmi di ricerca, sviluppo, innovazione e opere infrastrutturali), realizzati da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione.

Diverse le agevolazioni previste (anche in combinazione tra loro) a seconda della tipologia di progetto, della localizzazione dell’iniziativa e della dimensione dell’impresa:

  • finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili
  • contributo in conto interessi
  • contributo in conto impianti
  • contributo diretto alla spesa

Questi invece gli ambiti per i quali si può avere accesso al contributo:

  • programmi di sviluppo industriali, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli
  • programmi di sviluppo per la tutela ambientale
  • programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali

Le spese e i costi ammissibili alle agevolazioni devono essere infatti pari o superiori a 20 milioni di euro (7,5 per quelli riguardanti esclusivamente la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli), di cui almeno 10 milioni sostenuti dall’impresa proponente (nel caso di progetti condivisi) e 1,5 milioni per i soggetti aderenti. La cifra scende a 3 milioni per i progetti riguardanti prodotti agricoli e a 5 milioni per le attività turistiche.

Inoltre, le Regioni possono sottoscrivere specifici Accordi di Programma per favorire il territorio attraverso gli stessi Contratti di Sviluppo delle imprese, partecipando anche al finanziamento del programma di investimento.

 

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