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Il caro energia e carburante sta mettendo a dura prova le imprese, in particolare quelle che hanno un grande fabbisogno di energia. 

Difatti nel Dicembre 2021 si è registrato un picco storico per quello che riguarda il prezzo del gas naturale, sfiorando i 113 euro/MWh – nel 2020 si assestava a 16 euro/MWh. Un valore che anche nel 2022 non si è arrestato, esattamente come non sembra accadere nel 2023. Si tratta quindi di un costo che influenza negativamente l’assetto economico finanziario delle PMI italiane. 

Ciò che può supportare le imprese davanti a questa difficoltà sono le agevolazioni che tali aziende possono richiedere per poter fronteggiare le spese dell’energia elettrica e restare competitive sul mercato senza andare ad innalzare i prezzi di prodotti e servizi. 

Quali sono le imprese gasivore?

Quando si parla di imprese gasivore ci si riferisce a tutte quelle attività che hanno un consumo medio di gas naturale pari ad almeno 1 GWh/anno. Queste sono difatti le imprese che possono beneficiare delle agevolazioni messe in campo dal Ministero della Transizione ecologica e che mirano a ridurre gli oneri per quello che riguarda il trasporto e l’utilizzo del gas naturale come fonte di energia.  

Il D.Lgs 102/2014 sancisce quelli che sono i criteri secondo i quali le aziende potranno accedere a tali agevolazioni: 

  • Utilizzare un sistema di gestione conforme alle norme ISO 50001; 
  • L’azienda possiede diagnosi energetica conforme a quello che dichiara l’allegato 2 del decreto legislativo 102/2014, con comunicazione ENEA; 
  • L’attività venga svolto con codice ATECO presente nell’allegato 1 del Decreto pubblicato dal MITE. 

Queste sono le indicazioni generali, ovviamente la possibilità di accedere ai bonus dipende anche dal quantitativo di energia che viene consumata nell’anno di riferimento. 

Il 2022: un anno difficile

L’introduzione dei contributi per fronteggiare le spese energetiche è stata indispensabile per aiutare molte imprese in netta difficoltà considerati i rincari dovuti alla guerra in Russia. Una criticità che i governi, soprattutto quelli tedesco e italiano, hanno cercato di fronteggiare garantendo finanziamenti pubblici. 

Fondamentalmente i Decreti emessi a riguardo sono stati il Decreto Aiuti Ter che è andato ad ampliare le misure già introdotte dal primo Decreto Aiuti e dal Decreto Aiuti Bis. La differenza tra i 3 è un intervento più deciso dell’ultimo, in maniera specifica su quelli che sono gli Aiuti per la fornitura di energia. 

Le agevolazioni per le imprese gasivore

Perciò si parla non di un singolo solo bonus ma un pacchetto di Aiuti che le aziende possono richiedere per fronteggiare la crisi dell’energia elettrica e del gas. Provvedimenti che sono stati pensati in maniera specifica proprio per le imprese gasivore ed energivore. 

Le aziende ad alto consumo potranno fronteggiare la spesa annuale per quello che riguarda la fornitura di energia grazie a una serie di decreti, che di seguito vedremo nello specifico. 

  • Decreto sostegni Ter: aveva previsto un bonus energia pari al 20% del credito di imposta; 
  • Decreto Ucraina bis: il contributo spettante alle imprese gasivore viene portato al 20%, mentre per quelle energivore al 25%; 
  • Decreto Aiuti 2022: per il primo trimestre dell’anno alle imprese gasivore spetta un’agevolazione del 10% e contributo straordinario del 25%; 
  • Decreto Aiuti Ter: nel quarto trimestre dell’anno 2022 il credito di imposta è stato esteso anche alle piccole aziende in percentuale del 25% per le imprese energivore e il 15% per quelle che non lo sono, soglia che è destinata a salire con l’arrivo della stagione fredda. 
  • Decreto Aiuti Quarter: agevolazione prorogata grazie alla Legge di Bilancio 2023, con un credito d’imposta pari al 40% in riferimento alle spese energetiche.
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